10 rapper italiani emergenti del 2019: Tha Supreme, Nyte e Speranza

Il rap è il genere del momento. Siete pronti all’invasione? Noi vi anticipiamo chi sono i 10 rapper emergenti del 2019. Tra Tha Supreme, Nayt e Speranza

E’ sempre difficile fare il punto della situazione dei nuovi trend quando un genere musicale esplode come lo hanno fatto il rap e la trap in Italia. La cosa sicura è che si tratta di due mondi che viaggiano sulla stessa corsia, si completano e si influenzano a vicenda. E’ un’evoluzione continua, nei testi, nelle basi elettroniche, nel flow. Nuove tendenze e nuove rabbie da sfogare nell’autotune e nelle pieghe dei beat. Chi saranno i 10 rapper italiani emergenti del 2019?

Beat appunto. Vero elemento trascinante delle note incazzate di periferia; prendete Tha Supreme (da non confondere con il brand omonimo) nuova (me nemmeno troppo ormai) big thing del trap tricolore. Prima di lanciarsi in un progetto completamente personale ha prodotto beat per Salmo (“Perdonami”) e Dani Faiv (“Gameboy Color” e “La La La La La”), non gente qualunque insomma. Tha Supreme davanti e dietro tutti quanti? Probabile. Ma i sotterranei della trap fermentano di idee e progetti che ogni volta alzano l’asticella della novità. Un esempio su tutti? Prendiamo la Arcade Army Records, vera e propria fucina di talenti underground: tutti snobbati dalle radio nazionali ma seguitissimi dal pubblico reale. Si rende necessaria, quindi, una bella rassegna sui 10 rapper di cui sentiremo parlare nel 2019. Una bussola per orientarvi nel mare magnum del rap. State comodi e alzate le antenne!


Tha Supreme

Già milionate di views sia su Youtube e Spotify per i 3 pezzi più significativi del ragazzo diciassettenne che sta imperversando sulle piattaforme di condivisione musicale. Difficile non includerlo nella lista dei 10 rapper italiani emergenti del 2019. “oh 9od”, “m8nstar” e “scuol4” sono il biglietto da visita che con ogni probabilità consegnerà il successo definitivo nel prossimo anno e mezzo. Motivo? Capacità da producer esperto e navigato, nonostante la giovane età, e destrezza nel cavalcare i mood del momento. Prendete “oh 9od” e diteci se nelle scelte del beat non ci si ritrovano i ritmi caleidoscopici di Ghali, conditi da un utilizzo vocale non lontano dall’esempio del rapper italo-tunisino. Non solo, “m8nstar” schiaccia l’occhiolino alle nuove tendenze d’oltreoceano, mentre “scuol4” altro non è che un ripasso generale della scuola rap italiana dell’ultimo lustro. Ma non pensate che la forza di Tha Supreme stia nello scopiazzare dagli alunni più grandi. Il ragazzino non copia, piuttosto rielabora, smonta e ricostruisce i pezzi come un alchimista del beat. “Lascio andare i pezzi e ricompongo”, canta Mara Sattei in una produzione del ragazzo. Nulla di più vero.


Massimo Pericolo

Se Tha Supreme è il nuovo che avanza Massimo Pericolo è il vecchio che ritorna. Vecchio nella sua miglior accezione e intenzione. Vecchio perché riprende e rielabora i canoni del rap di fine secolo scorso. Linguaggio diretto, nemici veri, vita vissuta lontano da macchine glitterate e giacche in paillettes. Massimo Pericolo non è l’ennesima espressione della Roma bene del 2000 ma il frutto della grigia periferia brianzola. Grigio nei testi, nei colori, nelle esperienze. Massimo Pericolo è pronto a ribaltare l’ideale di rap dei ragazzini di oggi. A partire dai beat, cadenzati e sotterranei in cui si ritrova l’insegnamento di Burial, per arrivare alla voce, dimessa prima, rabbiosa poi, raramente in autotune. Massimo Pericolo è così: genuino nella sua irritazione verso una vita da cavalcare in continua rincorsa. Il suo disco da poco uscito, “Scialla Semper”, farà parlare e scatenerà i benpensanti. State collegati perché di Massimo Pericolo non ve ne libererete facilmente.


Generic Animal

Si chiama Luca Galizia e arriva da Varese, stesso lembo di terra da cui proviene Massimo Pericolo. E’ un “animale generico”, nomen omen, perché da un punto di vista prettamente musicale non si inquadra facilmente in un genere definito. Anzi, potrebbe essere soul, così come folk e, perché no, un altro tentativo di evoluzione indie della trap. Indie perché l’etichetta che accompagna Generic Animal è La Tempesta Dischi, storica label promotrice di grandi nomi dell’indie nostrano. I testi, talvolta cantati, più spesso sospirati, lasciano trasparire la forza comunicativa della post-adolescenza senza disdegnare uno sguardo maturo al mondo adulto. I suoi dischi d’esordio, “Generic Animal” e “EMORANGER” promettono nuovi territori da esplorare. E noi ci armiamo di elmetto coloniale e tenuta mimetica affinché l’“animale generico” ci accompagni nella sua avventura.


Speranza

Ascolti Speranza e la sua voce rauca, potente e ritmica ti porta ad aprire i cassetti della memoria fino ad arrivare a Mystikal, eroe del rap americano, voce tonante della Louisiana, studente dell’Università della strada di New Orleans. E a ben vedere di parallelismi tra lo stato afro-americano per eccellenza e la vita campana di Speranza ce ne sono. La Francia, prima di tutto. “Speranza” non lo nega, ascolta molto rap d’oltralpe, forte delle sue origini francesi. Francese come le abitudini e il sangue creolo di New Orleans. Speranza è un rapper anomalo per oggi, rabbioso. Contro la società del finto benessere, occhio strizzato verso Dio e una visione politica disincantata ma realistica, forte di una vita passata a galleggiare nei margini degli oceani cittadini. “Speranza” è il nome nuovo per eccellenza, anche se i grandi italiani del genere (Jack la Furia e Gue Pequeno) già si sono accorti della sua potenza espressiva postando delle “stories” di Instagram in suo supporto. Tutto è pronto per l’esplosione.


Ugo Borghetti

Tra le novità più interessanti impossibile non segnalare Ugo Borghetti. Già abbiamo sentito parlare di lui per preziose collaborazioni: Carl Brave, Franco 126 e Massimo Pericolo. Con i due paladini romani della trap condivide l’appartenenza alla crew Love Gang, con il dirompente varesino Pericolo invece ha scritto un singolo di buon successo: “Ansia”, produzione Crookers. Introverso e arrabbiato, il suo leit motiv si intuisce nell’intro di “Ansia”: “Tutti liberi, da Roma a Varese tutti liberi”. Altro prodotto della Roma sotterranea che ci terrà sicuramente compagnia a brevissimo.


Leon Faun

Si conosce poco di questo ragazzino nemmeno maggiorenne. Solo una manciata di video su Youtube e qualche traccia su Spotify. Azzardo? Forse. Ma Leon Faun sembra essere l’ennesima cosa strana e intrigante del rap (comunque più orecchiabile di un Young Signorino). Voce, intonazione e flow apprezzabili, ritmo old school e qualche accelerazione alla Caparezza. Poche schegge nel mondo del web ma se questo è l’ingresso nel circolo che conta il successo arriverà prestissimo!


Madame

Quote rosa cercasi nei 10 rapper italiani emergenti del 2019? Se Madame partecipasse a uno di quei talent che tanto piacciono ai giovanotti “telecomando e smartphone in mano” sarebbe senz’altro contesissima dai giudici. Rap, urban, soul. Di cosa si tratta? Chissenefrega, la voce di Madame è tanto potente ed empatica che l’ascoltatore viene inconsapevolmente trascinato nel mondo dell’artista dimenticandosi di intraprendere quella fastidiosa pratica della catalogazione. E il mondo è quello di una sedicenne che benissimo sa di essere baciata dal talento; gioca con la voce con la tranquillità di una veterana, alterna flow ad improvvise raffinatezze vocali. Ascoltare le sue due pubblicazioni su Spotify è il vostro compito per casa odierno. Una bella scoperta per tutti, non solo per il rap.


Ozymandias

Nella Roma nuova capitale del rap capita sempre più spesso di incontrare piccoli artisti in rampa di lancio. Uno di questi, Ozymandias (al secolo Giovanni Meloni), è tra quelli coperti in assoluto da più hype negli smartphone del pubblico capitolino. Nome scelto in onore all’imperatore egiziano Ramses II, il suo obiettivo non dichiarato è quello di raggiungere la cima dell’impero romano del rap. E il ragazzino sta correndo veloce; vince concorsi, raggiunge numerosissime views su Youtube e inizia a farsi largo anche su Spotify. Digitando il suo nome su Google oggi si trovano poche informazioni, vi sfidiamo a ripetere l’operazione tra qualche mesetto.


YEM

Per ora qualche scheggia lanciata su Youtube con video interessanti e ben fatti, una bella playlist su Spotify, supportata dall’album “SERIAL CHILLER”. YEM è sponsorizzato con foga e fiducia dai conosciutissimi youtuber Arcade Boyz, quindi siamo convinti che l’esplosione definitiva sia dietro l’angolo. Rap che è una via di mezzo tra la scuola italiana degli ultimi anni e la trap che imperversa nelle radio, a volte accelera, a volte si trascina in un ritmo più lento, con Tha Supreme a fare da Cicerone. Voce convincente, viso da bravo ragazzo ma fino ad un certo punto, testi post-adolescenziali che con qualche piccolo accorgimento potranno colpire anche un pubblico più adulto.  Visto i video intriganti ci aggiorniamo dopo l’estate.


Nayt

All’anagrafe William Mezzanotte, isernino trapiantato a Roma, è sulla scena romana da tempo. Una carriera forse sotto traccia che però nasconde una serie di album di ottima fattura. “Nayt One”, “Un bacio”, e la trilogia “Raptus” sono il biglietto da visita per un rapper pronto a fare il salto nella platea dei grandi. Non sappiamo che errori possa pagare Nayt per non essere ancora approdato nella lista dei grandi nomi, ciò che è certo è che la classe non manca. Per avere un’idea vi consigliamo di ascoltare il pezzo che oggi ha raggiunto più di 17 milioni di ascolti su Spotify: “Gli occhi della tigre”. Da qualche settimana è in definitiva rampa di lancio, visto che il terzo episodio della trilogia “Raptus”, uscito a marzo, è stato proiettato al secondo posto delle classifiche italiane e le sue tracce tutte inserite nella top 50 di Spotify. Ci è voluto qualche anno, ma ora ci siamo. C’mon Nayt.

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