
Il mondo della moda è tra i settori più inquinanti. E’ possibile un abbigliamento sostenibile? Alcuni consigli per vestirsi rispettando l’ambiente
Al netto delle critiche da bar e dei pensieri ottusi di alcuni grandi (si fa per dire) del pianeta, Greta Thunberg sembra aver smosso le nostre coscienze. Certo, la ragazzina svedese non ha scoperto nulla di nuovo ma è riuscita nell’impresa di catalizzare l’attenzione su un tema che dovrebbe riguardare tutti, nessuno escluso: il rispetto dell’ambiente. In questo articolo già avevamo parlato delle riflessioni scatenate dalle sue battaglie, con un occhio particolare ai cambiamenti che il mondo streetwear sta coscientemente affrontando per raggiungere standard sempre più green. Ma un mondo dell’abbigliamento sostenibile è veramente possibile? Pare di sì e la rivoluzione parte da voi. Di seguito, troverete alcuni consigli per vestirsi rispettando l’ambiente. Chiamatela moda ecosostenibile, abbigliamento ecologico o se amate gli inglesismi “eco fashion”, resta il fatto che le cose, finalmente, sembrano cambiare.
Lo streetwear sta aprendo le porte all’epoca green
I primi risultati in realtà sembrano già fare capolino nel mondo della moda. Ksenia Schnaider, per esempio, crea abiti utilizzando solo tessuti ecosostenibili, Vanta Design si dedica all’utilizzo di tessuti e materiali inutilizzati o destinati allo smaltimento, Ermenegildo Zegna è ormai votato ad un’impronta quasi esclusivamente green, così come Stella McCartney ed Herno, per fare alcuni nomi. Insomma, un movimento in crescita che fa ben sperare.
Una situazione ambientale drammatica
Anche perché, diciamocelo chiaramente, la situazione è drammatica. Per ignoranza o poca voglia di informarci spesso facciamo di tutto per nascondere briciole enormi sotto il tappeto, celando una problematica che ormai sta raggiungendo vette preoccupanti. Basti pensare ai dati terribili del WWF dove l’Europa riversa in mare ogni anno tra le 150 e 500 mila tonnellate di macroplastiche e tra le 70 e 130 mila tonnellate di microplastiche. Tutte nel Mediterraneo. Ciò significa che, oltre a causare la morte di molti esemplari della fauna marina, spesso anche appartenenti a specie protette, finiscono per entrare nella catena alimentare e a mettere a rischio la salute umana. Per farla breve: in mare ogni 3 pesci ci trovate un pezzo di plastica. Rapporto inquietante.

La moda inquina molto più di altri settori
Davanti a questa situazione di emergenza c’è bisogno di una regolamentazione globale che impedisca di maltrattare il pianeta volontariamente. Tutti i settori dovrebbero sentirsi coinvolti in questa rivoluzione, compreso il mondo dell’abbigliamento. Anzi, secondo un report delle Nazioni Unite l’industria della moda non è assolutamente esente da responsabilità riguardo all’inquinamento globale. Ma come… un vestito può inquinare? Esattamente, e molto. Pensate solamente agli insetticidi e ai pesticidi utilizzati nelle piantagioni di cotone, per fare solo un esempio. L’utilizzo massivo di questi elementi porta il settore tessile al secondo posto tra quelli più inquinanti, secondo solo all’Oil&Gas. Non una grande compagnia.
2030: anno limite. Ce la faremo?
Quindi pare ormai necessario trovare una soluzione in breve tempo, passando da una produzione inquinante ad una ecosostenibile. Le Nazioni Unite hanno posto come anno limite il 2030, stilando una lista di “17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” che dovranno essere raggiunti in ogni settore, anche in quello della moda. Impresa ardua ma assolutamente obbligatoria visto che quest’ultimo è in grado di movimentare un corrispettivo in denaro pari al Pil francese, ossia più di 2,5 migliaia di miliardi di dollari. L’eco fashion e l’abbigliamento sostenibile insomma, potrebbe essere un ottimo business.
10 consigli per vestirsi rispettando l’ambiente
Ovviamente anche noi stiamo da questa parte della barricata e crediamo vivamente nella possibilità di un mondo ecosostenibile, in primis nel nostro ambito. Per questo motivo vorremmo facilitarvi la vita con 10 consigli per vestirsi rispettando l’ambiente. Non vi resta che prendere carta e penna ed iniziare a prendere appunti!
🔶 1 – Comprare meno, comprare meglio 🔶
Quanto spesso ci ritroviamo ad acquistare nuovi vestiti, rincorrendo le mode, e una volta arrivati a casa per posizionarli nell’armadio ci ritroviamo a non sapere dove metterli? L’acquisto compulsivo è forse uno dei mali del nostro tempo (e contemporaneamente un bene per i bilanci delle aziende) ma è arrivato il momento di sovvertire questo mal costume. E i motivi per farlo sono molteplici. Innanzitutto comprando meno ci si può permettere di spendere di più per un singolo capo, e sappiamo benissimo che un costo più elevato la maggior parte dei casi corrisponde ad una qualità migliore. Qualità migliore poi si trasferisce in maggiore durata del vestito, garantendoci un acquisto ammortizzabile nel tempo. Certo, non è un’equazione assoluta, basta però avere un po’ di accortezza nel dare un occhio alle etichette.
Questioni etiche
Ci sarebbero poi anche un milione di questioni etiche per spingere ad una diminuzione degli acquisti. Come favorire il made in Italy (qui trovate 5 brand nostrani di streetwear), notoriamente più costoso ma qualitativamente elevato, oppure evitare di acquistare prodotti a prezzi ridicoli creati e confezionati in paesi del terzo mondo. Una maglia a 5,99 euro può essere appetibile, ma che tipo di sfruttamento può sottostare per ottenere un simile prezzo? Pensateci prima di fare razzie nei low cost.

🔶 2 – Ridurre gli acquisti nelle catene low cost 🔶
Come diretta conseguenza del primo punto troviamo l’obiettivo di ridurre gli acquisti in catene low cost. E’ innegabile che il vantaggio derivante dal parco prezzi di una catena sia invitante. Acquistare più capi con costi relativamente ridicoli. Ma, si sa, una maglia di una catena è destinata a durare qualche mese, poi ce la ritroviamo piena di buchi o completamente sfilacciata. Che senso ha tutto questo? Soprattutto alla luce del fatto che questi indumenti siano (spesso) prodotti utilizzando materiali, procedimenti e tinture inquinanti, oltre al già sopra citato sfruttamento del lavoro. Per fortuna pare che ci siano catene che da poco hanno iniziato ad abbracciare una filosofia eco-friendly. Speriamo che la tendenza eco fashion non sia solo un abbaglio del momento.

🔶 3 – Lavare solo quando è necessario 🔶
Con ciò non vi stiamo dicendo di mantenere gli indumenti nella cesta dei vestiti sporchi per mesi, ma solamente di cercare di avere un po’ di accortezza nella gestione delle lavatrici. Utilizzare la lavatrice a carico pieno deve essere il vostro mantra settimanale. Di conseguenza evitate lavatrici “leggere” o lavaggi di routine anche se il vestito non lo richiede. Spesso il lavaggio reiterato comporta l’usura dei vestiti e allo stesso tempo impenna i consumi energetici e idrici. Meno lavatrici, ma più corpose.

🔶 4 – Lavare bene! 🔶
Vestirsi rispettando l’ambiente significa anche lavare bene! Ma non fraintendete, lavare bene non vuol dire far in modo che nemmeno l’alone più impercettibile possa apparire sul vostro vestito. Assolutamente. Lavare bene vuol dire lavare con cognizione di causa. La lavatrice è di gran lunga consigliata rispetto al lavaggio a mano, in quanto permette di sprecare molta meno acqua. Allo stesso tempo sono fondamentali i prodotti utilizzati. L’ideale è scegliere detersivi, ammorbidenti e profumatori a basso impatto ambientale. In secondo luogo sarebbe preferibile non superare i 40 gradi (30 ancora meglio) e dotarsi di lavatrici di ultima generazione (A++ o A+++) che possono essere costose ma certamente garantite per molti anni. Per un abbigliamento sostenibile il primo passo lo possiamo fare tutti noi, modificando di poco le nostre abitudini. E, se possibile, limitando al minimo l’utilizzo delle asciugatrici, in assoluto gli elettrodomestici che più consumano nelle vostre case.
I sacchetti “Guppyfriend”
Per rendere ancora più ecosostenibile il vostro rapporto con la lavatrice potrete optare anche per una soluzione come il sacchetto “Guppyfriend”, vera e propria innovazione ecologica. La natura di questo prodotto prende spunto da un postulato innegabile: i vestiti sintetici durante i lavaggi tendono a perdere fibre sintetiche che si disperdono negli scarichi. Questo sacchetto funge invece da involucro per i vostri indumenti e riesce, durante il lavaggio, a filtrare e raccogliere le fibre per depositarle sui propri angoli. Chiaramente una volta terminata la procedura i residui devono essere raccolti a mano e non pulendoli sotto l’acqua corrente. Specifica quasi ridicola, ma mai dire mai!
🔶 5 – Guardare le etichette: scegliete materiali e provenienze eco-friendly 🔶
Non si pensi che vogliamo passare per nazional-popolari ma se c’è un settore dove l’Italia non è seconda a nessuno nel mondo è quello tessile. Tra le altre cose nel bel paese il concetto di moda sostenibile, il vestirsi bene rispettando l’ambiente, sta prendendo piede in modo convincente, quindi non vi resta che affidarvi agli stilisti tricolore. Ogni volta che state per acquistare date una bella occhiata alle etichette dei prodotti. Made in Italy deve diventare la vostra fissazione. Se volete proprio esagerare possiamo accettare una gita fuori porta in altri paesi europei. Di capitale importanza anche la scelta del tessuto, in tal senso è buona cosa evitare materiali sintetici e in polyestere, che hanno la “colpa” di rilasciare fibre e microparticelle di plastiche ad ogni lavaggio.

🔶 6 – Scegliere le marche giuste 🔶
Ok, lo sappiamo. Non è facile ridurre la scelta solamente a brand in grado di produrre vestiti ecologici, anche perché i design più amati spesso appartengono a marchi che non fanno della sostenibilità il loro marchio di fabbrica. Ma non disperate, sono sempre più numerose le aziende, anche importanti, che stanno portando avanti una lotta quasi ideologica per il green. Come ricordato in questo articolo grandi brand dello streetwear hanno iniziato una politica ecosostenibile di livello, così come altri marchi mainstream come Patagonia, NOAH e Columbia. Il mondo può cambiare anche grazie al loro contributo.
🔶 7 – Aggiustare i vestiti! 🔶
Esatto! Avete capito bene, aggiustare i vestiti può essere un modo intelligente ed eco-friendly per sostenere il vostro guardaroba. Potete confidare nella vostra manualità se siete degli amanti del cucito oppure affidarvi ad una brava sarta. Oppure, se volete, una buona soluzione può essere quella delle modifiche fai da te, con aggiunta di bottoni, toppe o cuciture particolari e in un attimo il vostro vestito cambierà faccia! Per gli amanti delle scarpe c’è anche la via della customizzazione (sneakers in primis) che mai come adesso sembra andare a gonfie vele!

🔶 8 – Frugate nel cassetto di famiglia 🔶
Come ben sappiamo nulla è più ciclico della storia e della moda. Perché non sfruttare questa occasione che il tempo ci offre? Armatevi di pazienza e scartabellate tra i vestiti dei genitori, degli zii e di tutte le persone a voi vicine. Sono stati giovani anche loro e sicuramente avranno seguito le mode del tempo. Un pantalone anni ’80 può avere la stessa linea in voga oggi, così come una camicia anni ’70 oggi potrebbe essere attualissima. E se quei vestiti hanno resistito fino ad oggi vuol dire che la loro qualità era ed è altissima!
E scambiate con gli amici!
Se invece non volete azzardarvi in un recupero del passato potete sempre scegliere di scambiare i vestiti con i vostri amici. Un indumento portato da due persone diverse è il miglior sinonimo del vestirsi rispettando l’ambiente! Provare per credere, può essere divertente e incredibilmente sostenibile!
🔶 9 – Sneakers in plastica, giusto così? 🔶
Al momento la plastica sembra imprescindibile sulle sneakers. La tomaia può essere di diversi materiali ma la suola, solitamente, comprende componenti in plastica e gomma. Quindi dinanzi a questo dato di fatto il nostro consiglio è semplice: acquistarle ma non buttarle nel dimenticatoio in poco tempo. Usatele, usatele, usatele. Fino allo sfinimento, ossia quando da usura si trasforma in used stilisticamente invidiabile! E quando arrivate al limite vi consigliamo di gettarle nei punti di raccolta di Esosport Run, un programma futuristico che prevede il riutilizzo del materiale delle sneakers per creazione di altri progetti, come pavimentazioni di piste d’atletica e parchi giochi.
Scarpe riciclate
Per chi volesse acquistare scarpe completamente create con elemento di riciclo sta iniziando a sorgere qualche progetto lodevole, che prevede tra l’altro il coinvolgimento di brand importanti come Adidas, Veja e Timberland.

🔶 10 – Sì ad Outlet e vecchie collezioni 🔶
Era il 2015 quando un grande scandalo colpì i colossi di Burberry, H&M così come altri nomi importanti dell’abbigliamento: miliardi di capi invenduti vennero bruciati. Con tanto di innalzamento, ovvio, dei livelli di inquinamento. Sono le regole del fast fashion, tante collezioni con tanti capi, e il risultato di una quantità esorbitante di indumenti da far sparire per far spazio alle collezioni successive. Per far fronte a questo scempio la nostra unica possibilità è acquistare negli outlet, evitando di rincorrere la moda ma cercando di sfruttare le eccedenze delle vecchie collezioni. Questo è un modo per vestirsi rispettando l’ambiente e risparmiare soldi dal nostro conto corrente.