edroppit

Abbiamo intervistato i fondatori di Edroppit: un’iniziativa che rafforza, sviluppa e connette finalmente cultura di strada & Made in Italy

Se stai cercando un prodotto esclusivo, originale e Made in Italy, finalmente il mercato ha la risposta per te. È con questa grande ambizione che nasce Edroppit, un e-commerce sbocciato da menti giovanissime e geniali con forti aspirazioni per il futuro.

Ho intervistato i fondatori del progetto, che a dirla tutta mi è parso esclusivo sin dal primo sguardo. L’intuizione parte dalla mente di due ventiduenni romani, Fabrizio Pepe e Luca Panfilo, uno studente di architettura e l’altro agente immobiliare. I loro impegni e la loro giovane età non gli hanno impedito di ambire ad una creazione innovativa, colmando un vuoto che probabilmente esisteva nel mercato streetwear italiano.

I founders

Fabrizio e Luca sono amici di lunga data prima ancora di essere soci, da sempre appassionati alla street culture grazie all’adolescenza “bagnata nel sangue” dell’ambiente underground di Ostia. Non c’è dubbio che entrambi abbiano uno spiccato spirito imprenditoriale, mi dicono di essersi già buttati in progetti mai andati in porto ed essere approdati a Edroppit solo dopo un lungo periodo di transizione, fatto di sbagli e cadute.
Potrei smettere di raccontarvi di Edroppit subito: l’errore è l’unico elemento concreto nelle mani di chi ci ha provato realmente. L’immobilità che caratterizza i nostri tempi, di sicuro, non appartiene all’energia di questi due ragazzi.

Ma cos’è Edroppit? E come funziona?

Sintetizzando, Edroppit è un aggregatore di marchi streetwear emergenti, rigorosamente italiani. I prodotti presenti sulla piattaforma sono accuratamente scelti dai founders e pubblicizzati attraverso strategie di comunicazione di ultima generazione: dai video sui social, alle condivisioni e al grossissimo lavoro di creazione di contenuti visuali accattivanti. Tutto ciò allo scopo di creare hype, ma anche di unificare le forze sul fronte streetwear italiano ed offrire finalmente una gamma di prodotti diversificati ed originalissimi.

Niente è lasciato al caso e la community che il team di Edroppit sta creando ha un potenziale di crescita non indifferente. Persino il nome è stato centro di lunghe riflessioni: alla fine ha vinto il gioco di parole Edroppit, per esteso “e-Drop it“, che tradotto diventa “droppare il Made in Italy“, per gli amici “Droppalo“.

Il team ha due grandi pilastri nella testa: valorizzare l’esclusività della piccola-media impresa italiana e cambiare le logiche del processo d’acquisto online, attualmente ancora indietro nel nostro paese, soprattutto per quanto riguarda il settore dell’abbigliamento.

Edroppit punta ad un tipo di assistenza “amichevole”, di vicinanza, offrendo agli utenti il massimo supporto in fase di acquisto. Non a caso, per esempio, spedizioni e resi sono sempre gratuiti. Una scelta apparentemente incosciente per un progetto così giovane, ma che ha alle spalle (ancora una volta) motivazioni del tutto accurate, indicative della lungimiranza di questi ragazzi. Quindi: acquistare online come in negozio fisico si può! Basta garantire la possibilità di poter cambiare il prodotto proprio come si farebbe in un camerino.

L’intervista

Ho fatto a Fabrizio e Luca qualche domanda, loro hanno risposto alle mie curiosità in maniera a dir poco appassionata! Prima di tutto ho chiesto loro cosa avesse fatto scattare questa scintilla:

L’idea nasce durante il primo lockdown dovuto al Covid-19. Sentivamo parlare sempre di più di vendere su Internet, qualche amico aveva lanciato un brand, sogno che anche noi abbiamo sempre avuto. Poi l’illuminazione: una piattaforma in grado di connettere tutti i brand streetwear emergenti in Italia. Un prodotto che andasse oltre all’autoreferenzialità di un nostro brand, che coinvolgesse una community molto più ampia. Tutto ciò con l’obiettivo primario di valorizzare il Made in Italy, in Italia e all’estero.

Ci siamo resi conto di poter così sostenere moltissime piccole-medie realtà di abbigliamento italiane, spesso gestite da giovani designer intraprendenti, illuminati da brillanti idee e grande passione artistica.

Il nostro percorso è iniziato così: abbiamo migliorato le nostre competenze in software informatici per essere in grado di creare immagini e videoclip che siano sempre originali e di qualità. Quindi abbiamo “testato sul campo” le competenze acquisite, creando una community su Instagram per gli appassionati di streetwear italiano: la “streetwearitaliancommunity”, ricca di contenuti accattivanti e informativi focalizzati proprio sulla nostra nicchia.

E’ in questa fase che abbiamo preso definitivamente piena coscienza e fiducia nel progetto Edroppit, iniziando una lunga ricerca di brand streetwear Made in Italy. Processo a cui ancora oggi dedichiamo una certa accuratezza ed attenzione per scartare all’origine tutti quei brand che riteniamo poco affidabili, poco motivati e privi di concretezza concettuale.

Siete innamorati del Made in Italy, proprio come noi. Perché avete scelto di dare risalto allo streetwear italiano?

Il Made in Italy è un valore sottovalutato, soprattutto nella nostra stessa nazione. La qualità dei materiali e della lavorazione delle piccole aziende tessili italiane deve essere alla base dei prodotti che vendiamo. Ciò ci permette di utilizzare una leva forte sugli appassionati di streetwear connazionali, qualcosa con cui identificarsi veramente e di cui sentirsi parte attiva. Una sorta di legame di fratellanza in grado di rendere l’economia sociale e circolare.

Il prossimo passo sarà quello di riuscire a trasmettere tali valori anche all’estero, dove il Made in Italy è ammirato e apprezzato più che in Italia. Sogniamo una diffusione worldwide dei più svariati ed originali concept di designer e artisti, concept forti anche dell’indubbia qualità e cura al dettaglio tipica dei sarti italiani.

Come funziona il processo di selezione dei marchi che accogliete su Edroppit?

Abbiamo iniziato a luglio di quest’anno una lunga ricerca di brand streetwear Made in Italy sui social, riuscendo a stilare una lista di più di 150 brand. Abbiamo scremato ulteriormente, dando visibiltà solo a quei marchi che si sono realmente distinti per motivazione, fiducia nel progetto, propositività e spirito di iniziativa. Insomma, abbiamo creduto in tutti quei designer che accrescessero la spinta e il valore del progetto.

Abbiamo spulciato un po’ i marchi presenti sul sito e molti effettivamente non li conoscevamo. Probabilmente è solo unificando le forze che si potrà aggregare tutto il know how del settore. Quali sono i vostri progetti per il futuro?

La nostra Mission è proprio quella di sviluppare questo marketplace in Italia, dando valore e facendo “crescere per osmosi” tutti i brand presenti sulla piattaforma. Il nostro obiettivo a lungo termine invece è quello di far conoscere all’estero lo stile streetwear italiano.

Il vostro focus sono soprattutto gli emergenti oppure inserirete anche marchi streetwear più affermati?

Abbiamo valutato anche l’opzione di inserire marchi streetwear più affermati, ma l’idea perderebbe di valore perché si tratta di prodotti disponibili ovunque e su larga scala, realizzati in modo standardizzato nelle grandi industrie, spesso all’estero. Noi, da questo punto di vista, siamo diametralmente opposti, puntiamo alle realtà emergenti perché lavorano con prodotti a tiratura limitata, esclusivi, quindi realizzati con un’estrema cura al dettaglio, tipica delle tradizionali piccole e medie aziende tessili italiane.

Avete un marchio, dei vostri, prediletto?

Consideriamo tutti i marchi selezionati parte di un grande progetto, ogni brand è differente dall’altro e si contraddistingue per qualche peculiarità. Per questo è difficile sceglierne oggettivamente uno prediletto, con tutti i designer e gli imprenditori abbiamo sviluppato un rapporto di amicizia che alimenta la reciproca stima.

Dite la verità: puntate a diventare un brand voi stessi un giorno?

Inizialmente abbiamo valutato l’idea. Poi ci siamo resi conto di desiderare di più, di desiderare e proporre un catalogo molto più ampio, di voler fornire capi esclusivi che possano soddisfare sia i clienti più estrosi sia quelli più classici.

Non neghiamo comunque che l’idea di far partire un brand nostro c’è stata e ci sarà sempre, ma per ora ci stiamo concentrando su questo progetto a 360 gradi, senza distrazioni. Più avanti si vedrà!

Non ci resta che augurare ai nostri amici di Edroppit un successo su larga scala. Viva il Made in Italy & enjoy the trip!

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