
Dopo gli EP gli Psicologi presentano il loro primo disco: Millennium Bug. E stanno lanciando il nuovo it-pop. Ecco la recensione!
La recensione di Millennium Bug, il primo vero album degli Psicologi, non può partire che dalle schegge che Drast e Lil Kaneki hanno lanciato nei mesi precedenti. Due EP, 1002 e 2001, dal ritmo sfaticato, tipico dei nuovi trapper “sdraiati” che potrebbero offrire nuovi spunti alla gauche caviar di Michele Serra. Le tracce più riuscite (Autostima, Guerra e pace e Ancora sveglio, lo dice Spotify, mica io…) hanno fatto incetta di views e ascolti sulle piattaforme di streaming e Youtube. L’impronta à la Carl Brave è bella evidente, soprattutto nell’incedere bighellone e scanzonato. Non certo nell’accento, che di romanesco non ha nulla ma unisce Napoli e Milano in un bel quadretto polifonico.
Psicologi: il nuovo spirito it-pop
Drast e Lil Kaneki sono due diciannovenni in rampa di lancio. Si chiamano “Psicologi” e già il nome categorizzante potrebbe richiamare a qualche gruppo “finto indie” di fine anni 10 da futuro “Sold Out” (ogni riferimento è voluto, sia chiaro). Invece più che indie incarnano il nuovo spirito dell’it pop, che mescola con sapienza e un po’ di paraculismo attitudine indie e mestiere trap. Comunque sia non si trova nulla di spiacevole nel preview degli EP. Non ci resta che ascoltare Millennium Bug e procedere con la recensione del primo album degli Psicologi, firmato da Bomba Dischi.
Millennium Bug: inizio a sorpresa
Del Millennium Bug si è detto e scritto di tutto. Ce lo ricordiamo come uno spavento inutile, quasi uno scherzo rimasto nel cassetto. Ecco, è bello sapere di avere ricordi ancora vividi dell’evento e contemporaneamente ascoltare un duo di ragazzini che sono nati l’anno successivo. L’importante è non pensarci. L’intro di Millennium Bug è un piccolo omaggio del doppiatore italiano di Peter Griffin che presenta il disco; scelta apprezzabilissima. Poi parte “Amici”. Viste le premesse, sono sincero, mi sarei aspettato un brano cadenzato e stanco, da faccia lunga e ricordi malinconici. Invece il brano attacca un rock elettrico (scolastico) con infusioni alla Gigi Dag. Effetto sorpresa apprezzabile.
Metafore e turbamenti adolescenziali
Nel testo gli Psicologi sorprendono e psicanalizzano la propria generazione, prendendone le distanze. Tutto l’oro della trap sembra svanire agli occhi di Drast e Lil Kaneki. La frase “Non è una storia nei backstage che ti renderà un influencer” è sicuramente l’evento clou del testo e racconta in undici parole le aspettative della generazione Z. Il secondo pezzo è “Tristi e Soli”, altro rock simil Blink 182, forse ancora più veloce della traccia precedente, in cui a suon di metafore si raccontano turbamenti adolescenziali.
Con “Spensieratezza” si torna alla it trap più classica, anche se al posto delle classiche volgarità del settore ci ritroviamo un testo ben più costruito e introspettivo. L’episodio successivo è invece un rap coinvolgente, si chiama “Funerale” e ricalca un po’ il leit motiv degli artisti che hanno questa smania di scegliere chi debba partecipare alla propria estrema onoranza. Senza fortuna tra l’altro, perché solitamente sono propri i nemici i primi a renderti onore quando sei rinchiuso in quell’orribile cassa di legno. Va bè, ma i ragazzi sono tanto giovani che avranno tempo di cambiare idea.
Collaborazioni riuscite
L’album it pop degli Psicologi prosegue abbastanza liscio, “Sto bene” e “Vorrei” sono due poppettini da cameretta, con il parental control impostato sul “non adatti ai maggiori di 22 anni”. Con “Fantasma” si torna alla trap classica. L’atmosfera musicale è molto avvolgente e probabilmente è la traccia più riuscita nel disco. Si narra di paturnie adolescenziali, dei fantasmi (reali ed immaginati) che a quell’età ci appaiono ostacoli insormontabili. “Radio” è un pezzo di transizione facilmente dimenticabile, un piccolo intermezzo per arrivare a “Fck U”, in featuring con Madame, che nel frattempo è diventata la stella femminile della trap italiana. Una collaborazione che serve per alzare il livello del disco e fare una promozione a doppia spinta.
“Per me sei” e “Tutto Ok” spingono su temi introspettivi e atmosfere cupe, poi si arriva a “Povero”, altra traccia bomba in featuring con Fuera. Incedere a metà tra la techno e il marziale, potrebbe essere benissimo una traccia da ballare sulle discoteche in spiaggia quest’estate. Per la sfiga degli Psicologi il Covid ha previsto scenari ben diversi. “Generazione”, nomen omen, aspira a diventare un inno generazionale (ma abbiamo dei dubbi a riguardo), e anticipa il brano di chiusura “Canada”, il classico cliché dei figli di papà che sognano di vivere in posti più o meno esotici, senza soldi e Mastercard a portata di mano. Ulteriore segno che “Into the Wild” ha creato più danni che benefici.
Nonostante questa chiusa sghemba Millennium Bug – a recensione quasi finita – è un disco interessante, giovane e rivolto ai giovani. Al suo interno si mischia trap, pop e disco rock adolescenziale, segno che agli “Psicologi” piace svariare e approfondire senza paura o impedimenti di sorta. Un buon lavoro a cui, si spera, i ragazzi potranno dare un seguito ancora più corposo e, magari, meno “sdraiato”.