NP SchoolKid e Sickness El Bandog ci raccontano Brescia, la provincia e il rap

Abbiamo incontrato NP SchoolKid e Sickness El Bandog, tra le voci più interessanti della scena rap bresciana. Ecco cosa ci hanno raccontato.

NP SchoolKid e Sickness El Bandog: segnatevi i loro nomi, perché diventeranno un riferimento nella vivacissima scena rap bresciana. Tanta passione, storie incredibili e pubblicazioni di tutto rispetto alle spalle. SchoolKid vanta un paio di singoli bomba rilasciati negli ultimi mesi. Trattasi di Routine e Tardi: mood disteso, rime taglienti e flow da far invidia a qualsiasi tormentone estivo. E’ già stato adocchiato dalla factory Dogozilla di Don Joe (Club Dogo) ed è seguito dal leggendario Patrick Wave Carinci. Sickness El Bandog invece nasce su Youtube, dove pubblica mixtape e video ufficiali da oltre 5 anni. Il suo EP Snaketown ci ha colpito per maturità e una schiettezza rara in questa generazione filtrata dall’autotune.

Li abbiamo incontrati per un’intervista e i due ‘gnari sono stati puntuali e disponibili nelle loro risposte. Dal vivo sono la nemesi di quello che cantano. Schoolkid è un ragazzone solare ed espansivo, difficile farlo stare zitto. Sickness arriva con qualche minuto di ritardo. Di primo impatto più introverso, si accende quando gli si parla di cinema, cucina (si proclama “maestro dei primi piatti”) e della sua città: Brescia. Assieme firmano il singolo uscito il 20 settembre e intitolato “Freddo”. Lo troviamo sulle principali piattaforme di streaming musicale, tra cui Spotify e iTunes. Il 25 settembre invece, verrà rilasciato il video ufficiale del brano.

Entrambi fanno riferimento alla storica etichetta Saifam Group e all’agenzia BSMNT, fucina di talenti che promuove serate e musica in città e che vanta, tra le scoperte, nientemeno che Dark Polo Gang, Sfera Ebbasta e Slava. Esatto: se oggi la trap in Italia è quello che è, lo si deve anche a loro. La sede è in un palazzone nel cuore della Brescia 2: entro e mi accoglie Matteo (il fondatore), che mi presenta la truppa e mi guida per le stanze dell’ufficio. Si respira subito ospitalità e quel piglio operoso che ha reso l’hinterland bresciano prima provincia industriale d’Europa. Per lo studio scorrazzano il rapper Slava e Bianco Mat, creatore della seguitissima pagina Instagram Usare GANG come intercalare. Poco dopo arriva NP SchoolKid: un fiume in piena, con il quale comincio subito la chiacchierata.

Ciao SchoolKid, come va? Raccontaci un po’ la tua storia. E’ vero che sei nato a Napoli?

NP SchoolKid: Esatto, Sono di San Giuseppe Vesuviano, ma vivo qui (sul lago di Garda, N.d.r.) da quando ho tre anni. Ho vissuto la maggior parte della mia vita al nord, ma di tanto in tanto tornavo a trovare parenti. L’accento di quelle parti mi è rimasto!

Come e perché hai cominciato con la musica?

NP: La passione arriva dagli ascolti dei miei fratelli maggiori. Loro erano appassionati di rap e sentendolo mi sono detto: Bello! Posso farlo anche io. E ho scoperto che era un modo per esternare quello che avevo dentro e raccontare alcune situazioni che avevo vissuto. Di base sono una persona molto aperta, ma su questioni più delicate è difficile aprirsi. Con la musica è tutto più facile. E ho cominciato in maniera totalmente selfmade. Io in cameretta, senza l’aiuto di nessuno.

Da dove raccogli le idee per i tuoi testi?

NP: Principalmente dalle situazioni che vivo. Non mi va di fare la persona vissuta, ma io e la mia famiglia abbiamo passato dei periodi difficili. Abbiamo affrontato lutti, difficoltà economiche e casini. Canto e scrivo anche perché ho voglia di riscatto.

Questo si nota nei tuoi testi. Si intuisce una voglia di sognare.

NP: Io sogno tantissimo. Ma secondo me è alla base di tutto: se uno non sogna e non spera è spacciato. E certo la mia musica è molto positiva. Tuttavia ti anticipo che il mio prossimo singolo “Freddo” con Sickness tratterà una parte della mia vita più drammatica.

“Tardi” però è un pezzo molto caldo. Ci ho visto del reggaeton e molta anima latina. Com’è nato?

NP: Per “Tardi” volevamo fare un pezzo per il periodo estivo. È una “clubbata” nata spontaneamente. Io e il mio beatmaker eravamo in studio, lui mi ha fatto sentire un po’ di suoni e io ho buttato giù le rime. Sono convinto che la maggior parte delle hit nascono velocemente: più stai lì a rimuginare e più ti ingarbugli sui testi.  

Routine invece sembra più pensato. Esprimi la volontà di uscire dalla comfort zone. È così?

NP: Guarda, credo che la routine possa schiacciarti mentalmente. Spesso mi alzo la mattina, vado a lavoro e mi ritrovo a pensare: “ma è questa la vita?”. A tanti miei amici va bene così. Per me è giusto aspirare a qualcosa di diverso.

In “Kenzo” e “Audemars” invece citi nel titolo due brand molto noti. Segui il mondo fashion?

NP: In realtà li ho utilizzati per dire altro. In “Kenzo” utilizzo l’icona della tigre come punch line, per descrivere la ragazza del brano. In “Audemars” l’orologio è uno status symbol, un punto di arrivo. Paradossalmente è una canzone che parla di fame.

Ma tu hai qualche brand di riferimento?

NP: In realtà no. Pensa che io i jeans li prendo da Zara, perché mi piacciono. Poi su alcuni capi ci punto di più. Queste scarpe ad esempio (ha le sneakers Valentino, n.r.d.) le ho comprate perché sono di una griffe tradizionale che si è messa a fare streetwear. E mi piace come Gucci, Prada e altri brand storici stiano proponendo cose di strada. Però non mi va di raccontarlo nei miei pezzi. Se mi compro qualcosa lo faccio per sentirmi meglio.

Arriva Sickness. Si unisce alla chiacchierata. Così chiedo a entrambi di fare dei nomi di artisti NON rap che stanno ascoltando.

NP: Gianni Celeste, Pino Daniele. The Weeknd tantissimo. Ultimamente addirittura Giuseppe Verdi.

Sickness El Bandog: Io ora mi sto comprando i vinili, dagli anni ’30 agli 80. Cose anche country, come John Denver. Il gusto musicale è come il palato, cambia crescendo. A sette anni il tartufo non ti piace, poi invece…

Artisti rap italiani fondamentali della vecchia scuola?

Sickness: Noi siamo del ’96, quindi ci siamo vissuti l’epoca del Truceclan. Non erano raffinati come i rapper di oggi, ma cominciavano a vedere i primi soldi.

NP: I due fondamentali per me sono: Club Dogo e Co’Sang.

Sickness, ora tocca a te. Dicci come hai cominciato a rappare.

Sickness: Ho cominciato non perché mi interessasse il rap, piuttosto la scrittura. Scrivevo tantissimo per conto mio. Poi già dai 13-14 anni sentivo hip hop e dentro di me pensavo “beh, potrei farcela anch’io”.

Ho ascoltato Snaketown. Tu lo chiami EP ma per me è qualcosa di più completo

Sickness: È stato un modo per testare i miei limiti. Ho sempre lavorato su Youtube, caricando mixtape e tracce. Snaketown è una cosa più ufficiale ma comunque ha una dimensione selfmade, fatta nel mio studio con il mio produttore.

Nei tuoi pezzi fai delle citazioni di livello: Soren Kierkegaard, Cesare Pavese, Emilio Salgari. Sei un discreto lettore.

Sickness: Il nome di Pavese l’ho anche tatuato sul collo! È scritto in cirillico ma è lui. Come ti ho detto ho sempre avuto la passione per la scrittura e la poesia. Purtroppo non ho mai avuto il tempo per studiarla veramente. Ma mi piace molto la poesia istantanea, così come gli aforismi.

E a livello cinematografico? Anche lì fai citazioni: Scarface, Carlito’s Way, Pulp Fiction.

Sickness: Quello è decisamente più il mio ambito! Nei primi mixtape mettevo proprio degli spezzoni di film: Taxi Driver, Le ali della libertà…

A questo punto voglio sapere i vostri film preferiti.

NP: Forse quello che mi ha colpito di più è Trainspotting. Anche il secondo mi è piaciuto.

Sickness: (ci pensa un attimo) sono un fan dei grandi cult con i mafiosi. Altrimenti Rambo e Rocky. So le battute a memoria, perché mio padre da giovane assomigliava a Sylvester Stallone e li rivedevamo assieme.

Sentendovi si intuisce come i vostri background siano simili, ma affrontiate la vita in due modi totalmente differenti. Sickness è quello introspettivo, SchoolKid è più positivo. Esce il vostro featuring venerdì (20 settembre), cosa dobbiamo aspettarci?

 NP: Il beat di “Freddo” è diverso dai miei precedenti brani, è più malinconico. Io comunque l’ho cavalcato in maniera molto melodica.

Sickness: In effetti siamo proprio speculari! Quando mi hanno fatto ascoltare “Freddo” ho pensato subito che fosse il miglior brano di NP. È molto bella la sua parte! Ci abbiamo lavorato tanto entrambi, ma lui di più. È stato bello perché siamo riusciti a non metterci a paragone. Prima c’è lui, poi entro io, senza nessuna competizione.

Ultimissima domanda. Che mi dite di Brescia? E in che modo la vostra musica viene influenzata da questa zona d’Italia?

NP: Allora io vengo dal lago (di Garda, n.d.r.). Non ho mai accentuato troppo la cosa nei miei testi, ma ogni tanto la mentalità di provincia mi sta stretta. C’è tanta monotonia e la gente pensa solo a lavorare e a fare “la splendida”. Mi piacerebbe mantenermi una casa sul lago, ma vorrei riuscire a spostarmi.

Sickness: Io sto a Brescia ma in quanto a panorama vince SchoolKid! Non so se me ne andrei di qui. Ti spiego: io ho vissuto Brescia ma attraverso altre culture. Una cosa che in pochi sanno è che è una città multiculturale. Io sono cresciuto in un ambiente in cui votare certi partiti è molto strano. Appartengo già a una generazione dove la mescolanza etnica è una cosa normalissima. E per fortuna la gente qui è svelta, bisogna ammetterlo.

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